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venerdì 3 dicembre 2021

Auto-intervista

 

1) Da dove è nata la tua passione per la scrittura?
Sono sempre stata un’avida lettrice e da piccola mi divertivo a scrivere poesie e racconti. A tredici anni ho iniziato ad accarezzare l’idea di cimentarmi nella stesura di un libro, ma mi sono accorta presto di non essere ancora pronta. Ho dato vita al mio proposito solo dopo il conseguimento della laurea. Da quel momento non mi sono più fermata.



2) Cosa ascolti mentre scrivi?
Dipende. R&B, musica pop o dance, a seconda dell’umore. In ogni mio romanzo inserisco una playlist. In “Equivoci a Ginevra”, ad esempio, ho citato “Prisoner of love” di Utada Hikaru; in “Non l’avrei mai creduto possibile”, la bellissima “Right Here Waiting” di Richard Marx e in “Danzando tra le nostre bugie” ho menzionato “Leave Out All the Rest” dei Linkin Park. Tutte canzoni che adoro.



3) Quanto di te metti nelle tue opere?
Qualcosa di me c’è in tutte le storie che scrivo, anche se rispetto ai miei primi romanzi ora sono molto meno autoreferenziale. A livello caratteriale mi rispecchio molto in Ileana, la protagonista di “Scappando si impara”.  Siamo entrambe molto orgogliose e testarde.



4) Il genere che preferisci scrivere?
Narrativa femminile ironica con sfumature romantiche. Mi piace raccontare storie di protagoniste simpatiche e un po’ imperfette che inciampano più volte, ma sanno rimettersi in piedi e lottare per realizzare i propri sogni. I miei romanzi e racconti sono pensati per regalare spensieratezza ai lettori e farli sognare, non per rattristarli con qualche dramma. C’è molto pregiudizio nei confronti del genere rosa, specialmente se non tocca temi profondi, ma io trovo che non ci sia niente di male nell’evadere dalla realtà, anche solo per qualche ora. 



5) Il libro che ti ha dato coraggio per buttarti nel mondo della scrittura?
Difficile rispondere. Se parliamo di un libro che mi ha ispirato, allora devo dire che non ce n’è stato uno in particolare. Nella mia vita ho letto un po’ di tutto: romanzi per ragazzi, gialli, fantasy, romance, saggi. Ognuna di queste letture mi ha lasciato qualcosa. 



6) Cosa preferisci: discorso diretto, indiretto, entrambi?
Entrambi. Secondo me, bisogna saperne calibrare l’utilizzo. Gli scambi di battute tra i protagonisti hanno un ruolo di primo piano nei romanzi rosa, ma credo che in alcuni casi sia meglio ricorrere al discorso indiretto.



7) Cosa ti aiuta quando ti blocchi con la scrittura?
In testa ho mille storie che aspettano solo di essere scritte, quindi non ho ancora sperimentato il famigerato “blocco dello scrittore”. Ultimamente, però, ho pochissimo tempo da dedicare alla scrittura perché sono molto impegnata con il lavoro. 



8) Hai una beta-reader per le tue storie?
No, ma in fase di revisione vado alla ricerca di tutte le possibili incongruenze all’interno del mio romanzo e sottopongo i miei dubbi ad alcune amiche.



9) Il primo libro letto?
Il primo non lo ricordo. Ho iniziato con le fiabe, per poi passare ai libri del Battello a vapore. Un romanzo che mi è rimasto impresso si intitola “In attesa della prossima estate”. Davvero molto triste, anche se il finale lancia un messaggio di speranza. È il genere di libro che io non riuscirei mai a scrivere, ma di sicuro ha lasciato un segno in me.



10) Il tuo libro preferito?
Non riesco a sceglierne uno solo. “Orgoglio e pregiudizio” di Jane Austen; “Un dono dal cielo” di Georgette Heyer; “Il giorno della tempesta” di Rosamunde Pilcher; “Colazione da Darcy” di Ali McNamara. E poi i primi libri della Kinsella. 


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  Un diario pensato specificamente per gli appassionati di romance. Per tenere traccia dei libri letti, appuntare le frasi più belle, scrive...